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La Fondazione di Quel’Thalas

(6.800 Anni prima di Warcraft I)




Gli Elfi Alti, comandati da Darh’Remar, si lasciarono Kalimdor alle spalle e sfidarono le tempeste del Maelstrom. Le loro flotte vagarono per il mondo per molti anni, e scoprirono misteriosi e sconosciuti regni. Dath’Remar, che prese il nome di Sunstrider (o “Colui che cammina di giorno”), vide luoghi di considerevole potere dove avrebbe potuto creare una nuova casa per la sua gente.


La sua flotta finalmente approdò sulle spiagge del regno che gli uomini chiamavano Lordaeron. Gli Elfi Alti cominciarono a fondare degli insediamenti dentro le tranquille Tirisfal Glades. Dopo alcuni anni, alcuni di loro cominciarono ad impazzire. Fu teorizzato che ci fosse un male dormiente proprio sotto quella parte di mondo, ma non ce ne furono mai le prove. Gli Elfi Alti presero la loro roba e si spostarono a nord, cercando altre terre ricche di energie.


Non appena gli Elfi Alti passarono le terre montagnose del Lordaeron, il loro viaggio divenne più pericoloso. Da quando erano stati distaccati dalle energie del Pozzo dell’Eternità , molti di loro si erano ammalati a causa del clima freddo o erano morti di fame. Il cambiamento più sconcertante, comunque, fu il fatto che non erano più immortali o immuni agli elementi. Persero un po’ della loro altezza, e la loro pelle perse la caratteristica tonalità violacea. Nonostante le difficoltà, incontrarono molte meravigliose creature che non si erano mai viste a Kalimdor. Trovarono anche tribù primitive di umani che cacciavano nelle antiche foreste. Comunque, la minaccia più grande che trovarono furono i voraci e abili troll di Zul’Aman.


Questi troll potevano rigenerare gli arti perduti e guarire dalle ferite fisiche più gravi, ma erano una razza malvagia e barbara. L’Impero Amani si estendeva attraverso parte del nord del Lordaeron, e i troll combattevano duramente per tenere lontani gli stranieri dai loro confini. Gli Elfi svilupparono un’avversione per questi troll e gli uccidevano a vista non appena ne incontravano.


Dopo lunghi anni, gli Elfi Alti finalmente trovarono una terra che ricordava Kalimdor. Nelle profondità delle foreste del continente, fondarono il regno di Quel’Thalas e fecero voto di creare un potente impero che avrebbe surclassato quello dei loro cugini Kaldorei. Sfortunatamente presto impararono che Quel’Thalas era stata fondata su un’antica città troll, e che i troll credevano ancora che questa fosse sacra. Quasi immediatamente, i troll cominciarono ad attaccare gli insediamenti elfici in massa.


I testardi elfi, non volendo cedere la loro nuova terra, utilizzarono la magia rimastagli dal Pozzo dell’Eternità per tenere a bada i troll. Sotto il comando di Dath’Remar, furono capaci di sconfiggere le armate Amani che gli superavano di numero dieci a uno. Alcuni elfi, ricordando gli antichi avvertimenti dei Kaldorei, sentirono che il loro uso della magia avrebbe potuto attrarre l’attenzione della Legione Infuovata. Allora, decisero di nascondere la propria terra con una barriera protettiva che avrebbe permesso loro di usare comunque gli incantesimi. Costruirono una serie di Pietre Runiche monolitighe in vari punti attorno Quel’Thalas che marchiarono i confini con una barriera magica. Le Pietre Runiche non solo nascondevano le magie elfiche dalle minacce extra-dimensionali, ma aiutavano a spaventare anche i superstiziosi troll.


Tempo dopo, Quel’Thalas divenne un brillante monumento agli sforzi degli elfi e ai loro magici valori. I bellissimi palazzi erano costruiti con il medesimo stile architettonico delle antiche sale di Kalimdor, che interagivano con la naturale topografia della terra. Quel’Thalas divenne il gioiello scintillante che gli elfi avevano a lungo cercato di creare. Il Consiglio di Silvermoon fu fondato per essere il potere ragnante su Quel’Thalas, anche se la dinastia Sunstrider manteneva un modesto potere politico. Composto da sette dei più grandi signori degli Elfi Alti, il Consiglio lavorò per garantire la sicurezza delle terre elfiche. Circondati dalla loro barriera protettiva, gli Elfi Alti dimenticarono gli avvertimenti dei Kaldorei e continuarono ad usare la magia in tutti gli aspetti delle loro vite.


Per circa quattromila anni gli Elfi Alti vissero in pace nella sicurezza del loro regno. Tuttavia, i vendicativi troll non erano così facili da sconfiggere. Pianificarono e aspettarono nelle profondità delle loro foreste che il numero dei loro soldati crescesse. Alla fine, una potente armata di troll avanzò dalla foresta e ancora una volta assediò Quel’Thalas.






Arathor e le Guerre dei Troll

(2.800 Anni prima di Warcraft I)




Mentre gli Elfi Alti combattevano per le loro vite contro i troll, le tribù nomadi degli umani di Lordaeron combattevano per consolidare le loro terre. Le tribù degli umani si razziavano le une con le altre, facendo poca attenzione all’unificazione o all’onore. Una di queste tribù, conosciuta come Arathi, vide che i troll stavano diventando una minaccia troppo grande da ignorare. Gli Arathi vollero portare tutte le tribù sotto il loro comando per poter così formare un fronte unità contro i soldati troll.


Nel corso di sei anni, gli abili Arathi manovrarono e combatterono le tribù rivali. Dopo ogni vittoria, gli Arathi offrivano pace ed eguaglianza ai popoli conquistati, guadagnandosi così la lealtà di coloro che avevano battuto. Alla fine la tribù Arathi riuscì a includere le tribù più disparate, e il numero delle loro armate cominciò a crescere notevolmente. Sicuri che avrebbero potuto fronteggiare i troll o persino gli Elfi, se fosse stato necessario, i signori della guerra Arathi decisero di costruire una potente città fortezza nelle regioni del sud di Lordaeron. La città-stato, chiamara Strom, divenne la capitale della nazione Arathi, Arathor. Mentre Arathor prosperava, gli umani di tutto il continente viaggiavano verso sud per unirsi alla protezione e alla sicurezza di Strom.


Uniti sotto un’unica bandiera, le tribù umane svilupparono una forte e ottimistica cultura. Thoradin, il re di Arathor, sapeva che i misteriosi Elfi nelle terre a nord erano sotto costante assedio dei troll, ma rifiutava di rischiare la sicurezza della sua gente per difendere degli stranieri reclusi. Passarono molti mesi quando si cominciò a vociferare che gli Elfi fossero stati sconfitti. Fu solo quando l’ambasciatore di Quel’Thalas arrivò a Strom che Thoradin realizzò quanto grande era la minaccia dei troll.


Gli Elfi informarono Thoradin che le armate dei troll erano vaste e che una volta che queste avessero distrutto Quel’Thalas, si sarebbero mosse per attaccare a sud. I disperati Elfi, che necessitavano di aiuto militare, accettarono malvolentieri di insegnare agli umani la magia in cambio del loro aiuto contro i troll. Thoradin, diffidente di ogni magia, acconsentì comunque di aiutare gli Elfi. Quasi immediatamente, incantatori elfici arrivarono ad Arathor e cominciarono ad istruire un gruppo di umano alla magia.


Gli Elfi notarono che anche se gli umani erano molto goffi nell’uso della magia, avevano una naturale affinità con essa. Cento impararono le basi dei segreti magici degli Elfi: non ne erano necessari di più per combattere i troll. Convinti i loro allievi umani che erano pronti ad aiutarli, gli Elfi lasciarono Strom e viaggiarono a nord al fianco delle potenti armate di Re Thoradin.


Le armate unite di Elfi e Umani si scontrarono contro quelle dei troll ai piedi dei Monti Alterac. La battaglia infuriò per molti giorni, ma le armate di Arathor non si stancavano né perdevano terreno di fronte a quelle nemiche. I signori elfici decisero che era tempo di rilasciare i poteri magici sul nemico. I cento maghi umani e una moltitudine di incantatori elfici richiamarono la furia dei cieli e lasciarono i troll stupiti. I fuori elementali impedivano ai troll di rigenerare le proprie ferite e li bruciavano dall’interno.


Quando le armate dei troll si spezzarono e tentarono la fuga, le armate di Thoradin le inseguirono e le massacrarono fino all’ultimo soldato. I troll non si ripresero mai completamente da quella sconfitta, e la storia non vedrà mai i troll ritornare ancora una volta come una nazione. Assicurati che Quel’Thalas fosse salva dalla distruzione, gli Elfi fecero voto di lealtà e di amicizia verso la nazione di Arathor e alla stirpe del suo re, Thoradin. Umani ed Elfi ebbero relazioni pacifiche per molti anni a venire.






I Guardiani di Tirisfal

(2.700 Anni prima di Warcraft I)




Con l’assenza dei troll nelle terre del nord, gli Elfi di Quel’Thalas portarono i loro sforzi sulla ricostruzione del loro glorioso regno. Le vittoriose armate di Arathor ritornarono a casa nelle terre del sud, a Strom. La società umana di Arathor crebbe e prosperò, e Thoradin, temendo che il proprio regno potesse dividersi se si fosse esteso troppo, mantenne Strom come centro dell’Impero Arathoriano. Dopo molti anni di pace, di crescita e di commercio, il potente Thoradin morì di vecchiaia, lasciando la nuova generazione libera di espandere l’impero oltre le terre di Strom.


Gli originali cento maghi, istruiti alla magia dagli Elfi, espansero i loro poteri e studiarono le mistiche discipline in maggior dettaglio. Questi maghi, inizialmente scelti per la loro forza di volontà e per il nobile spirito, praticarono la loro magia con cura e responsabilità; comunque, passarono i loro segreti alla nuova generazione che non aveva visto le crudeltà della guerra e che non capiva la necessità di contenersi. Questi giovani maghi cominciarono a praticare la magia per guadagno personale mancando di responsabilità verso i propri compagni.


Quando l’Impero crebbe e si espanse in nuovi territori, anche i giovani maghi arrivarono nelle terre del sud. Con i loro poteri mistici, i maghi protessero i proprio fratelli dalle creature di quelle terre e resero possibile la costruzione di nuove città-stato in terre selvagge. Più i loro poteri crescevano, più i maghi tendevano ad isolarsi dal resto della società.


La seconda città-stato Arathoriana di Dalaran fu fondata nelle terre a nord di Strom. Molti stregoni principianti lasciarono i confini di Strom e viaggiarono verso Dalaran, dove speravano di poter utilizzare i proprio poteri con più grande libertà. Questi maghi usarono le loro abilità per costruire le guglie incantate di Dalaran. I cittadini di Dalaran tolleravano le attività dei maghi e costruirono una buona economia sotto la protezione dei loro difensori incantatori. Più e più maghi praticavano le loro arti, però, più il tessuto della realtà intorno a Dalaran cominciava a indebolirsi.


I malvagi agenti della Legione Infuocata, che erano stati banditi quando il Pozzo dell’Eternità era collassato, erano stato attirati nuovamente da quel mondo a causa della magia utilizzata dai maghi di Dalaran. Anche se questi deboli demoni non apparivano in gran numero, comunque seminavano la confusione e il caos dentro le strade di Dalaran. Molti di questi incontri demoniaci erano eventi isolari, e i maghi fecero il possibile per tenerli nascosti al pubblico. I maghi più potenti furono mandati a catturare i demoni elusivi, ma spesso venivano battuti dai solitari agenti della potente Legione.


Dopo alcuni mesi ai cittadini più curiosi cominciò a venire il sospetto che i loro incantatori stessero tenendo nascosto loro qualcosa di terribile. Voci di rivoluzione cominciarono a diffondersi tra le strade di Dalaran mentre i cittadini paranoici cominciavano a farsi serie domande sui maghi che una volta loro stessi ammiravano. I maghi, temendo che i cittadini potessero rivoltarsi e che Strom avrebbe preso provvedimenti contro di loro, pensarono di rivolgersi agli unici che potessero comprendere il loro particolare problema: gli Elfi.


Venendo a conoscenza dell’attività demoniaca a Dalaran, gli Elfi velocemente inviarono i loro più potenti stregoni nelle terre degli Umani. I maghi elfici studiarono le energie mistiche che percepivano a Dalaran e tracciarono dei rapporti dettagliati su tutta l’attività demoniaca. Conclusero che sebbene rimanessero solo pochi demoni nel mondo, la stessa Legione rimaneva una pericolosa minaccia finchè gli umani avessero continuato ad usare le forze magiche.


Il Consiglio di Silvermoon, che regnava sugli Elfi di Quel’Thalas, raccontò un segreto ai maghi di Dalaran. Gli Elfi raccontarono ai maghi la storia dell’antica Kalimdor e della Legione Infuocata, una storia che ancora minacciava il mondo. Informarono gli umani che finchè avessero usato la magia, avrebbero anche dovuto proteggere i loro cittadini dai malvagi agenti della Legione. I Maghi proposero di potenziare un singolo campione mortale che avrebbe utilizzato tutto il loro potere collettivo per combattere una guerra segreta contro la Legione. Fu deciso che la maggioranza dell’umanità non avrebbe mai saputo dei Guardiani o della stessa minaccia della Legione per paura che potessero rivoltarsi per la paura. Gli Elfi acconsentirono alla proposta e fondarono una società segreta che avrebbe controllato la selezione dei Guardiani ed aiutato loro a porre fine al caos nel mondo.


La società teneva i suoi incontri segreti nelle ombrose Tirisfal Glades, dove gli Elfi Alti ebbero i primi accampamenti in Lordaeron. Così, chiamarono questa setta segreta i Guardiani di Tirisfal. I campioni mortali scelti per essere i Guardiani furono infusi di incredibili poteri, sia elfici che umani. Anche se poteva esserci un solo Guardiano alla volta, aveva così tanto potere da poter sconfiggere qualunque agente della legione fosse rintracciato nel mondo. Il potere del Guardiano era così grande che solo al Consiglio di Tirisfal era permesso scegliere i potenziali successori. Quando un Guardiano diventava troppo vecchio, o si stancava di combattere in segreto contro il caos, il Consiglio sceglieva un nuovo campione, e sotto condizioni controllate, passavano i poteri del Guardiano al nuovo agente.


Mentre le generazioni passavano, i Guardiani difendevano l’umanità dall’invisibile minaccia della Legione Infuocata nelle le terre di Arathor e di Quel’Thalas. Arathor crebbe e prosperò diffondendo l’uso della magia attraverso tutto l’Impero. Intanto, i Guardiani controllavano con cura i segni dell’attività demoniaca.






Ironforge – Il Risveglio dei Nani

(2.500 Anni prima di Warcraft I)




Nei tempi antichi, dopo che i Titani partirono da Azeroth, i loro figli, conosciuti come gli Earthen, continuarono a modellare e controllare le profondità del mondo. Gli Earthen non si preoccupavano delle relazioni con le razze di superficie e avevano interesse solo per le profondità oscure della terra.


Quando il mondo fu diviso dall’implosione del Pozzo dell’Eternità, gli earthen furono profondamente colpiti. Legati al dolore della terra stessa, gli earthen persero parte della loro identità e si sigillarono nelle stanze di pietra dove furono creati. Uldaman, Uldum, Ulduar… questi erano i nomi delle antiche città dei Titani che gli earthen modellarono per prime. Scavate nelle profondità del mondo, gli earthen riposarono in pace per circa ottomila anni.


Sebbene non sia chiara la causa del loro risveglio, gli earthen sigillati dentro Uldaman sorsero dalla loro sonno auto-imposto. Questi earthen si trovarono significamente cambiati durante la loro ibernazione. La loro pelle rocciosa si era ammorbidita ed era diventata liscia, e i loro poteri sulla terra e sulla roccia erano diminuiti. Erano diventati creature mortali.


Chiamando sé stessi Nani, gli ultimi degli earthen lasciarono le sale di Uldaman e si avventurarono nel mondo. Ancora abituati alla sicurezza dei luoghi delle profondità, fondarono un vasto regno sotto le più alte montagne del territorio. Chiamarono quelle terre Khaz Modan, o “Montagne di Khaz”, in onore del Titano Khaz,goroth. Costruendo un altare per il loro padre Titano, i Nani crearono una potente forgia nel cuore della montagna. Così, la città che crebbe intorno alla forgia fu chiamata Ironforge.


I Nani, di natura affascinati dalle gemme e dalla pietra, cominciarono a minare le montagne circostanti alla ricerca di ricchezze e preziosi minerali. Soddisfatti del loro lavoro al di sotto del mondo, i Nani rimasero isolati dai loro vicini di superficie.






I Sette Regni

(1.200 Anni prima di Warcraft I)




Strom continuò ad essere il centro dell’Impero Arathor ma, come Dalaran, molte città-stato sorsero nel continente di Lordaeron. Gilneas, Alterac e Kul Tiras furono le prime città-stato a sorgere, ed anche se ognuna aveva i suoi usi e il suo commercio, tutte si unificavano sotto l’autorità di Strom.


Sotto l’occhio vigile dell’Ordine di Tirisfal, Dalaran diventò il centro di istruzione per maghi di tutto il territorio. I Maghi che regnavano su Dalaran fondarono il Kirin Tor, una setta specializzata che fu incaricata di catalogare e ricercare ogni incantesimo, artefatto e oggetto magico conosciuto all’umanità a quel tempo.


Gilneas e Alterac diventarono forti sostenitori di Stron e svilupparono potenti armate che esplorarono le terre montagnose di Khaz Modanz. Fu durante questo periodo che gli umani incontrarono l’antica razza dei Nani e viaggiarono nella loro cavernosa e sotterranea città di Ironforge. Gli Umani e i Nani condivisero molti segreti sulla lavorazione dei metalli e sull’ingegneria e scoprirono un comune amore per le battaglie e per la narrazione.


La città-stato di Kul Tiras, fondata su una grande isola a sud di Lordaeron, sviluppò un’economia prosperosa basata sulla pesca e sul trasporto. Nel tempo, Kul Tiras costruì una potente flotta di vascelli mercantili che salpavano tra le terre conosciute in cerca di beni esotici da vendere e comprare. Anche se l’economia di Arathor fioriva, i suoi più forti elementi cominciavano a disgregarsi.


Nel tempo, i signori di Strom mossero le loro proprietà a nord di Lordaeron e lasciarono le aride terre del sud. Gli eredi di Re Thoradin, gli ultimi discendenti della dinastia Arathi, decisero che Strom non dovesse essere abbandonata, incorrendo così nel dispiacere della maggior parte del cittadini, che invece avrebbe voluto andare via. I signori di Strom, cercando di trovare purezza e illuminazione nel selvaggio nord, decisero di lasciare la loro antica città alle spalle. Lontano a nord di Dalaran, i signori di Strom costruirono una nuova città-stato che chiamarono Lordaeron. L’intero continente prese il suo nome da questa città-stato. Lordaeron divenne una mecca per i viaggiatori religiosi e per tutti coloro che cercavano pace e sicurezza.


I discendenti degli Arathi, lasciati tra le mura dell’antica Strom, decisero di viaggiare a sud oltre le montagne rocciose di Khaz Modan. Il loro viaggio finalmente finì dopo molte lunghe stagioni, e si fermarono in una regione a nord del continente che chiamarono Azeroth. In una fertile vallata fondarono il regno di Stormwind, che presto divenne autosufficiente.


I pochi guerrieri rimasti ancora a Strom decisero di rimanere a guardia delle antiche mura della loro città. Strom non era più il centro dell’Impero, ma si sviluppò in una nuova nazione chiamata Stromgarde. Anche se gnuna delle città-stato prosperava, l’Impero Arathor si era effettivamente disintegrato. Ogni nazione sviluppava i proprio costumi e credenze, e così di separavano sempre più l’una dall’altra. La visione di Re Thoradin di un’umanità unificata era infine svanita.






Aegwynn e la Caccia al Drago

(823 Anni prima di Warcraft I)




Mentre le rivalità politiche delle sette nazioni umane andavano avanti, la linea dei Guardiani continuava a tenere il suo occhio vigile costantemente sul chaos. Ci furono molti Guardiani nel corso degli anni, ma solo uno per volta poteva possedere i magici poteri di Tirisfal. Uno degli ultimi Guardiani si distinse come potente guerriera combattendo contro l’ombra. Aegwynn, una ragazza umana, vinse l’approvazione dell’Ordine e fu insignita del mantello dei Guardiani. Aegwynn lavorò vigorosamente per cacciare ed eradicare i demoni ovunque li trovasse, ma spesso metteva in discussione l’autorità del Consiglio di Tirisfal. Le pensava che gli antichi Elfi e gli uomini che presiedevano il Consiglio erano troppo rigidi nei loro pensieri e non riuscivano a organizzarsi in modo tale da sferrare un colpo decisivo per porre fine al conflitto contro il caos. Spazientita dalle lunghe discussioni e dai dibattiti, decise di dimostrarsi degna ai suoi superiori, e come risultato scelse sempre più spesso il valore sopra la saggezza, nelle situazioni cruciali.


Quando imparò meglio a padroneggiare i poteri cosmici di Tirisfal, Aegwynn fu informata di alcuni potenti demoni che si trovavano sul continente ghiacciato del Northrend. Viaggiando al distante nord, Aegwynn tracciò i demoni nelle montagne. Lì, scoprì che i demoni stavano cacciando uno degli ultimi stormi di draghi sopravvissuti e derubando le antiche creature della loro innata magia. I potenti draghi, che erano fuggiti dall’avanzare delle società mortali, si ritrovarono a combattere contro la magia oscura della Legione. Aegwynn si confrontò con i demoni, e con l’aiuto degli stessi nobili draghi, li sconfisse. Quando l’ultimo demone fu bandito dal mondo dei mortali, una grande tempesta comparve sulle terre del nord. Un enorme volto oscuro apparve nel cielo sopra Northrend. Sargeras, il re demone e signore della Legione Infuocata, apparve a Aegwynn e la informò che il tempo di Tirisfal stava per finire e che il mondo presto sarebbe caduto sotto i colpi della Legione.


La fiera Aegwynn, credendo di poter sconfiggere il minaccioso dio, rilasciò i suoi poteri contro l’avatar di Sargeras. Con facilità sconcertante, Aegwynn colpì il signore dei demoni con i suoi poteri e riuscì a uccidere il suo scudo fisico. Temendo che lo spirito di Sargeras potesse fuggire, Aegwynn bloccò il suo cadavere in una delle antiche sale di Kalimdor che furono spinte sotto il mare quando il Pozzo dell’Eternità collassò. Aegwynn non seppe mai che ciò che aveva appena fatto era stato completamente pianificato dallo stesso Sargeras. Aveva inavvertitamente condannato il mondo poiché Sargeras, non appena aveva visto distruggere il proprio corpo, aveva trasferito il suo spirito nel corpo indebolito di Aegwynn. Invisibile alla giovane Guardiana, Sargeras sarebbe rimasto nascosto nei recessi della sua anima per molti anni a venire.






La Guerra dei Tre Martelli

(230 Anni prima di Warcraft I)




I Nani delle Montagne di Ironforge vissero in pace per molti secoli. Comunque, la loro società crebbe troppo dentro i confini delle loro città nelle montagne. Benchè il potente Grande Re, Modimus Anvilmar, regnasse su tutti i nani con giustizia e saggezza, tre potenti fazioni sorsero nella società nanica.


Il clan Bronzebeard, comandato da Thane Madoran Bronzebears, aveva stretti legami con il Grande Re ed era il difensore delle Montagne Ironforge. Il clan Wildhammer, comandato da Thane Khardros Wildhammer, abitavano i piedi delle colline e alla base della montagna e cercavano di guadagnare più controllo nella città. La terza fazione, il clan Dark Iron, era comandato dall’incantatore Thaurissan. I Dark Iron si nascondevano nelle ombre profonde sotto la montagna e complottavano contro i loro cugini Bronzebeard e Wildhammer.


Per un periodo le tre fazioni si tennero in relazioni pacifiche, ma la tensione eruppe quando il Grande Re Avilmar morì di vecchiata. I tre clan andarono in guerra per il controllo della stessa Ironforge. La guerra civile nanica infuriò sotto la terra per molti anni. Infine i Bronzebeard, che avevano l’armata più grande, riuscirono a bandire i Dark Iron e i Wildhammer dalla montagna.


Khardros e i suoi guerrieri Wildhammer viaggiarono a nord attraverso le porte di Dun Algaz, e fondarono il loro regno sui distanti picchi di Grim Batol. Lì, i Wildhammer prosperarono e ricostruirono i loro depositi del tesoro. A Thaurissan e ai Dark Iron non andò così bene. Umiliati e infuriati per la loro sconfitta, fecero voto di vendetta contro Ironforge. Portando la sua gente a sud, Thaurissan fondò una città (che chiamò come sè stesso) entro la bellissime Montagne Redridge. La prosperità e il passare degli anni poco fecero per diminuire il rancore dei Dark Iron verso i loro cugini. Thaurissan e la sua moglie incantatrice, Modgud, lanciarono un doppio assalto sia contro Ironforge che contro Grim Batol. I Dark Iron volevano reclamare l’intera Khaz Modan come propria.


Le armate Dark Iron si scontrarono con le fortezze dei loro cugini e quasi riuscirono a conquistare entrambi i regni. Comunque, Madoran Bronzebears portò il suo clan a una vittoria decisiva sull’armata di incantatori di Thaurissan. Thaurissan e i suoi servi fuggirono via verso la sicurezza della loro città, non conoscendo gli eventi che accadevano nel contempo a Grim Batol, dove l’armata di Modgud non riuscì a fare meglio contro Khardros e i suoi guerrieri Wildhammer.


Quando si confrontò con i guerrieri nemici, Modgud usò i suoi poteri per instillare la paura nei loro cuori. Le ombre si mossero al suo comando, ed entità oscure uscirono dalle profondità della terra per colpire i Wildhammer dentro la loro stessa casa. Alla fine Modgud irruppe nelle porte e assediò la fortezza stessa. I Wildhammer combatterono disperatamente, Khardros stesso riuscì a uccidere l’incantatrice regina. Con la perdita della loro regina, i Dark Iron fuggirono dalla furia dei Wildhammer. Viaggiarono a sud verso la propria fortezza, solo per incontrare le armate di Ironforge, che venivano in aiuto di Grim Batol. Bloccati tra due armate, le rimanenti forze Dark Iron furono completamente distrutte.


Le armate combinate di Ironforge e Grim Batol si spostarono verso sud, decise a distruggere Thaurissan e i suoi Dark Iron una volta per tutte. Non andarono lontani quando la furia di Thaurissan fuoriuscì in un incantesimo di proporizioni cataclismiche. Cercando di evocare un servo soprannaturale che gli potesse assicurare la vittoria, Thaurissan richiamò gli antichi poteri dormienti sotto il mondo. Con suo sgomento, la creatura emersa fu più terribile di ogni incubo potesse mai immaginare.


Ragnaros il Signore del Fuoco, signore immortale di tutti gli elementali del fuoco, era stato bandito dai titani quando il mondo era giovane. Ora, liberato dalla chiamata di Thaurissan, Ragnaros è tornato ancora una volta. La rinascita apocalittica di Ragnaros su Azeroth distrusse le Montagne Redridge e creò un vulcano al centro della devastazione. Il vulcano, conosciuto come Blackrock Spire, confinava con il Searing Gorge a nord e le Burning Steppes a sud. Anche se Thaurissan fu ucciso dalle forze che lui stesso aveva rilasciato, i suoi fratelli sopravvissuti furono schiavizzati da Ragnaros e dai suoi elementali. Rimangono in Blackrock Spire fino ad oggi.


Testimoniando l’orribile devastazione e i fuochi che fuoriuscivano dalle montagne del sud, Re Madoran e Re Khardros fermarono le loro armate e in fretta tornarono ai loro regni, non volendo affrontare l’ira di Ragnaros.


I Bronzebeard tornarono ad Ironforge e ricostruirono la loro gloriosa città. I Wildhammer ritornarono a casa a Grim Batol. Comunque, la morte di Modgud lasciò come una macchia malvagia nella fortezza della montagia, e i Wildhammer la trovarono inabitabile. Sconfortati, compresero di aver perso la loro amata casa. Re Bronzebeard offrì loro un posto dove vivere ai bordi di Ironforge, ma i Wildhammer rifiutarono fermamente. Khardros prese la sua gente e la portò a nord, nelle terre di Lordaeron. Insediandosi nelle foreste delle Hinterlands, i Wildhammer creatono la città di Aerie Peak, dove crebbero vicini alla natura e si legarono ai potenti grifoni dell’area.


Cercando di ottenere relazioni e commercio con i loro cugini, i nani di Ironforge costruirono due imponenti archi, il Thandol Span, un ponte tra Khaz Modan e Lordaeron. Spinti dal mutuo commercio, i due regni prosperarono. Dopo la morte di madoran e Khardros, i loro figli unitamente commissionarono due grandi statue in onore dei loro padri. Le due statue furono poste di fronte al passo per le terre del sud, diventate vulcaniche dal risveglio distruttivo di Ragnaros. Servirono come monito a chiunque volesse attaccare i regni nanici, a memoria di quale fu il prezzo che pagarono i Dark Iron per i loro crimini.


I due regni rimasero legati per alcuni anni, ma i Wildhammer erano cambiati molto dopo l’orrore che videro a Grim Batol. Cominciarono a vivere sulla superficie, invece che nelle caverne al di sotto delle montagne. Le differenze ideologiche tra i due rimanenti clan nanici li portarono a dividersi.






L’Ultimo Guardiano

(45 Anni prima di Warcraft I)




Il Guardiano Aegwynn divenne potente negli anni e usò le energie di Tirisfal per estendere la sua vita. Credendo ingenuamente di aver sconfitto Sargeras definitivamente, continuò a salvaguardare il mondo dai servi del re demone per circa novecento anni. Comunque, il Consiglio di Tirisfal finalmente decretò che la sua carica era giunta alla fine. Il Consiglio ordinò a Aegwynn di tornare a Dalaran così da poter scegliere il nuovo successore del potere dei Guardiani. Fu così che Aegwynn, diffidente dal Consiglio, decise di scegliere da sola un successore.


La prode Aegwynn pianificò di mettere al mondo un figlio che avrebbe avuto i suoi poteri. Non aveva intenzione di permettere all’Ordine di Tirisfal di manipolare il suo successore come avevano cercato di manipolare lei. Viaggiando a sud, nella nazione di Azeroth, Aegwynn trovò l’uomo perfetto che sarebbe stato il padre di suo figlio: un abile mago umano conosciuto come Nielas Aran. Aras era il consigliere del Re di Azeroth. Aegwynn sedusse il mago e concepì un figlio da lui. L’affinità naturale di Nielas per la magia si trasferì al figlio non ancora nato e definì i tragici passi che il bambino avrebbe preso. Anche il potere di Tirisfal passò al figlio, anche se non questo potere non si risvegliò finchè questi non ebbe raggiunto la maturità fisica.


Il tempo passò, e Aegwynn fece nascere suo figlio in un bosco isolato. Chiamandolo con il nome di Medivh, che significa “Custode dei Segreti” in lingua elfica, Aegwynn credette che il ragazzo sarebbe maturato per diventare il prossimo Guardiano. Sfortunatamente il maligno spirito di Sargeras, che era stato nascosto dentro di lei, si era impossessato del bambino senza difese quando questi ancora non era venuto al mondo. Aegwynn non aveva idea che il prossimo Guardiano era già posseduto dal suo più grande nemico.


Certo che il bambino fosse in salute, Aegwynn portò il giovane Medivh alla corte di Azeroth per farlo addestrare dal suo padre mortale e dalla sua gente. Lei torno a vagare nelle terre selvagge e a prepararsi per passare nell’aldilà che la attendeva. Medivh crebbe e divenne un ragazzo forte, che non aveva idea del potenziale potere di Tirisfal che si portava dentro dalla nascita.


Sargeras attese finchè i poteri del giovane non si manifestarono. Quando Medivh crebbe, diventò molto popolare ad Azeroth per i suoi poteri magici e spesso accompagnò in alcune avventure i suoi due amici: Llane, il principe di Azeroth, e Anduin Lothar, uno degli ultimi discendenti degli Arathi. I tre ragazzi combinavano generalmente guai nel regno, ma erano sempre amati dalla popolazione.


Quando Medivh raggiunse l’età di quattordici anni, il potere cosmico dentro di lui si risvegliò e così anche lo spirito di Sargeras che giaceva dentro la sua anima. Medivh cadde in uno stato catatonico che durò per molti anni. Quando si risvegliò da questo coma, trovò che già diventato adulto, e i suoi amici Llane e Anduin erano diventati reggenti di Azeroth. Anche se desiderava usare i suoi incredibili e appena scoperti poteri per proteggere la terra che chiamava casa, lo spirito oscuro di Sargeras sconvolse i suoi pensieri e le sue emozioni portandolo a una fine insidiosa.


Sargeras si rivelò all’ormai oscuro cuore di Medivh, perché sapeva che suoi piani per la seconda invasione stavano per essere completati, e che l’ultimo Guardiano del mondo sarebbe stato colui che li avrebbe realizzati.



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