- Capitolo I - Capitolo II - Capitolo III - Capitolo IV - Capitolo V -













I Titani e la Creazione dell’Universo




Nessuno sa con precisione come ebbe origine l'Universo. Alcuni ipotizzano che un'esplosione cosmica catastrofica abbia spedito gli infiniti mondi a roteare nella vastità dell'Aldilà Oscuro; mondi che, un giorno, hanno finito per ospitare forme di vita di meravigliosa (e terribile) diversità. Altri credono che sia stato creato da una singola entità onnipotente. Sebbene le origini esatte restino oscure, è chiaro che una razza di esseri potenti sorse per portare ordine nei vari mondi e assicurare un futuro tranquillo a coloro che avessero seguito le sue impronte.


I Titani, colossali divinità dalla pelle metallica, provenienti dai punti più distanti del cosmo, si misero al lavoro sui pianeti che incontravano durante il loro viaggio: diedero loro forma, innalzando possenti montagne e scavando profondi oceani, e soffiarono la vita nei cieli attraverso l'atmosfera. Tutto ciò faceva parte del loro imperscrutabile piano di creare l'ordine dal caos. Potenziarono le razze primitive per renderle capaci di completare la loro opera e mantenere l'integrità dei rispettivi mondi.


Nelle prime ere della creazione, i Titani, guidati da un'elite conosciuta come il Pantheon, portarono l'ordine in centinaia di milioni di mondi, sparsi per l'Aldilà Oscuro. Il benevolo Pantheon, nel tentativo di salvaguardare tali mondi, era sempre vigile contro la minaccia di un attacco da parte della malvagia entità extra-dimensionale conosciuta con il nome di Limbo Infernale. Il Limbo, una dimensione eterea di magia caotica che collegava fra loro la miriade di mondi dell'Universo, era la patria di un'infinità di malefici esseri demoniaci, tesi alla distruzione della vita e a divorare le energie vitali dell'universo stesso. I generosi, altruisti Titani, incapaci di concepire il male in qualsiasi sua forma, si sforzavano di trovare un modo per debellare permanentemente la minaccia dei demoni.






Il Tradimento di Sargeras




Per combattere le entità demoniache, che si erano fatte strada dal Limbo Infernale fino ai mondi dei Titani, il Pantheon elesse il suo guerriero più potente, Sargeras, a prima linea difensiva. Il nobile gigante di bronzo fuso portò avanti il proprio incarico per infiniti millenni, cercando e distruggendo i demoni. Nel corso degli eoni, incontrò due potenti razze di demoni, entrambe intenzionate ad acquisire il potere per dominare l'Universo fisico.


Gli Eredar, una malvagia stirpe di stregoni diabolici, usarono la propria magia per ridurre in schiavitù i mondi che avevano invaso, trasformandone gli abitanti in demoni. Sebbene i poteri quasi illimitati di Sargeras fossero più che sufficienti per sconfiggere i malvagi Eredar, egli era molto turbato dalla corruzione delle creature e dal male che le consumava. Incapace di comprendere tanta depravazione, il possente Titano cadde in profonda depressione. Nonostante il disagio crescente, riuscì a liberare per sempre l'Universo dai Warlock, intrappolandoli in un angolo vuoto del Limbo Infernale.


Mentre la confusione e la depressione aumentavano, Sargeras fu costretto ad affrontare un'altra minaccia all'ordine stabilito dai Titani: i Nathrezim, una malvagia razza di demoni vampiri (conosciuti anche con il nome di Signori delle Tenebre), decise di conquistare un mondo abitato, impossessandosi degli abitanti e convertendoli all'Oscurità. Astuti e malvagi, portarono intere nazioni l'una contro l'altra, scaturendo in loro odio e sfiducia reciproci. Sargeras li sconfisse facilmente, ma la loro corruzione lo intaccò profondamente.


Il nobile Sargeras, non riuscendo ad analizzare i dubbi e la disperazione che ne sopraffacevano i sensi, perse la fiducia nella propria missione e nella visione dei Titani di un Universo ordinato. Iniziò a ritenere che lo stesso concetto di ordine fosse una follia e che il caos e la depravazione fossero le uniche costanti di un Universo oscuro e solitario. Nonostante i tentativi dei suoi compagni Titani di convincerlo dell'errore e placarne le furiose emozioni, rifiutò le loro teorie, reputandole semplici illusioni, e si allontanò per sempre, alla ricerca del proprio posto nell'Universo.I membri del Pantheon furono molto addolorati per la sua partenza, me non potevano immaginare quanto lontano si sarebbe spinto il loro confratello.


Mentre la pazzia consumava le ultime vestigia del nobile spirito di Sargeras, egli iniziò a considerare i Titani quali veri responsabili del fallimento del creato. Deciso a distruggere la loro opera, formò un esercito inarrestabile per incendiare l'intero Universo fisico.


Anche l'aspetto titanico di Sargeras fu distorto dalla corruzione che ne aveva infettato il nobile cuore: occhi, capelli e barba si iniettarono di fuoco; la bronzea pelle metallica si aprì, rivelando una fornace infinita di odio e fiamme.


Nella sua follia, Sargeras distrusse le prigioni degli Eredar e dei Nathrezim, liberando i demoni. Essi, inchinatisi dinnanzi all'enorme potere e alla rabbia dell'oscuro Titano, giurarono spontaneamente di servirlo con ogni mezzo possibile. Dai ranghi dei potenti Eredar, Sargeras scelse due campioni per guidare il suo demoniaco esercito di distruzione. Kil'jaeden the Deceiver ricevette l'ordine di cercare le razze più oscure e convertirle all'Ombra di Sargeras. Il secondo campione, Archimonde the Defiler, ebbe il compito di guidare l'enorme esercito contro chiunque osasse rifiutare la volontà del Titano.


La prima mossa di Kil'jaeden fu schiavizzare i Signori delle Tenebre. Essi, utilizzati come guardie d'élite e agenti in tutto l'Universo, erano 70 felici di scovare razze primitive da corrompere e assoggettare. Il primo fra i Signori delle Tenebre era Tichondrius the Darkener, un soldato perfetto che promosse la volontà distruttrice di Sargeras in tutti gli angoli più oscuri dell'Universo.


Anche il potente Archimonde possedeva degli agenti. Richiamando i malefici Signori delle Cripte e il loro barbaro leader Mannoroth, sperò di forgiare un'élite di combattenti che avrebbe ripulito il creato da qualsiasi forma di vita.


Sargeras, vedendo che il suo esercito era pronto a seguire qualsiasi suo ordine, lo lanciò nella vastità dell'Aldilà Oscuro. Egli diede il nome di Legione Infuocata a questa forza distruttrice. Tuttora, non si sa quanti siano i mondi consumati e bruciati nella blasfema crociata.






Gli Dei Antichi e l’Ordine di Azeroth




Apparentemente ignari della missione di Sargeras per annullare la loro opera, i Titani continuarono a spostarsi di mondo in mondo, modellando e portando l'ordine in ognuno di essi. Nel corso della missione, incontrarono un piccolo mondo, che gli abitanti avrebbero in seguito chiamato Azeroth. Mentre si facevano strada attraverso il caotico e primitivo paesaggio, incontrarono un gran numero di esseri elementali ostili. Questi, adorando una razza di oscuri esseri malvagi conosciuti come i Vecchi Dei, volevano scacciare i Titani e mantenere inviolato il loro mondo dal tocco metallico degli invasori.


Il Pantheon, preoccupato dalla natura malvagia dei Vecchi Dei, inviò il suo esercito a combattere contro gli elementali e i loro oscuri padroni. Nonostante la furia e la tenacia degli elementali, i loro poteri non riuscirono a contrastare i potenti Titani. Il Pantheon distrusse le cittadelle dei Vecchi Dei e incatenò i cinque esseri malvagi nelle profondità del sottosuolo. Senza il potere dei Vecchi Dei a mantenere i loro spiriti rabbiosi nell'Universo fisico, gli elementali svanirono e tornarono alla terre. La natura si placò e il mondo acquisì una pacifica armonia. I Titani, avendo neutralizzato la minaccia, si misero al lavoro.


Potenziarono un gran numero di razze, affinché li aiutassero a modellare il mondo: per scavare le infinite caverne, crearono i Nani da una magica pietra vivente; per creare i mari e sollevare da essi i continenti, crearono gli enormi e gentili Giganti del Mare. Per molte ere, i Titani si dedicarono alla modellazione della terra, finché non rimase che un unico, perfetto continente. Al suo centro, essi crearono un lago di scintillanti energie, che chiamarono Pozzo dell'Eternità e che avrebbe costituito la fonte di vita per l'intero pianeta. Le sue potenti energie avrebbero rafforzato lo scheletro del mondo e consentito agli esseri viventi di stabilirsi nel ricco territorio. Col tempo, piante, alberi, mostri e creature di ogni genere iniziarono ad apparire sul continente primordiale. Mentre calava il tramonto sull'ultimo giorno di lavoro, i Titani chiamarono questo continente col nome di Kalimdor, la "terra dell'eterna luce stellare".






La Carica dei Draghi




Soddisfatti dell'ordine creato sul piccolo mondo, e contenti per aver finito il lavoro, i Titani si prepararono a lasciare Azeroth. Ciononostante, prima di partire, decisero di potenziare le nuove specie più forti per proteggere Kalimdor da qualsiasi forza minacciasse la sua perfetta tranquillità. In quell’era, c’era molti stormi di draghi. C’erano cinque stormi che dominavano sugli altri loro fratelli. Furono questi cinque stormi che vennero scelti dai Titani per guidare questo mondo che cresceva. I più grandi membri del Pantheon infusero dei loro poteri i leader degli stormi. Questi maestosi draghi divennero conosciuti come Grandi Aspetti, o Aspetti Draconici.


Aman’Thul, il Grande Padre del Pantheon, diede una porzione del suo potere cosmico ad un massiccio drago di bronzo, Nozdormu. Il Grande Padre potenziò Nozdormu per controllare il tempo stesso e i percorsi del destino che erano sempre in mutamento. L’onorevole Nozdormu divenne conosciuto come il Senzatempo.


Eomar, il Titano patrono di tutta la vita, diede una porzione del suo potere al leviatano rosso, Alexstrasza. Dopo di ciò, Alexstrasza venne conosciuta come l’Orditrice di Vita, e venne posta alla salvaguardia di tutte le creature viventi del mondo. Per la sua suprema saggezza e illimitata compassione per tutte le cose viventi, Alexstrasza fu incoronata la Regina dei Draghi e le venne dato il dominio della sua specie.


Eonar benedisse anche la sorella minore di Alexstrasza, il drago verde Ysera, con una porzione dell’influenza della natura. Ysera cadde in una trance eterna, legata al Sogno della Creazione. Conosciuta come la Dormiente, avrebbe sorvegliato i grovigli selvaggi del mondo dal suo reame verdeggiante, il Sogno dei Smeraldo.


Borgannon, il Titano che forgiò il mondo, diede parte del suo vasto potere al potente drago nero, Neltharion. A lui, che aveva un grande cuore, e che venne conosciuto come il Guardiano della Terra, venne dato il dominio sulla terra e i posti più profondi del mondo. Fu infuso della forza del mondo e divenne il più grande sostenitore di Alexstrasza.


Così potenziati, i Cinque Aspetti vennero incaricati della difesa del mondo in assenza dei Titani. Con i draghi preparati a salvaguardare la loro creazione, i Titani si lasciarono Azeroth alle spalle per sempre. Sfortunatamente era solo questione di tempo perché Sargeras conoscesse l’esistenza di questo mondo appena nato…






Il Risveglio del Mondo e il Pozzo dell’Eternità




Diecimila anni prima che Umani e Orchi si affrontassero nella Prima Guerra, il mondo di Azeroth era formato da un unico enorme continente, circondato da infiniti e impetuosi oceani. Questa massa terrestre, conosciuta con il nome di Kalimdor, era la patria di un gran numero di razze e creature, tutte in competizione per sopravvivere alla furia degli elementi. Al centro, si trovava un misterioso lago, formato da energie incandescenti. Esso, che in seguito avrebbe preso il nome di Pozzo dell'Eternità, era il cuore della magia e del potere naturale del pianeta. Traendo le sue energie dall'infinito Aldilà Oscuro, il Pozzo fungeva da fonte mistica, inviando i suoi potenti influssi per il mondo, per nutrire la vita in tutte le sue meravigliose forme.


Una tribù primitiva di umanoidi notturni si avvicinò cautamente ai bordi dell'ipnotico lago incantato. I bestiali, nomadi esseri, guidati dalle strane energie del Pozzo, eressero rozze abitazioni sulle sue tranquille sponde. Col tempo, il potere cosmico influenzò la strana tribù, rendendola forte, saggia e virtualmente immortale. La comunità adottò il nome di Kaldorei, che significava "Figli delle stelle" nella loro lingua. Per celebrare la nascita della società, costruirono enormi edifici e templi lungo tutto il periplo del lago.


I Kaldorei (o Elfi della Notte, come divennero noti in seguito) adoravano la dea lunare Elune e credevano che ella, durante il giorno, riposasse nelle lucenti profondità del Pozzo. I primi sacerdoti e veggenti studiarono il Pozzo con insaziabile curiosità, intenzionati a svelarne i segreti e poteri nascosti. Mentre la loro società cresceva, gli Elfi della Notte esplorarono il territorio di Kalimdor, incontrandone la miriade di creature: le uniche a dar loro tregua furono gli antichi e potenti Draghi; sebbene queste enormi creature simili a serpenti fossero molto riservate, si impegnarono a fondo per difendere dalle potenziali minacce le terre conosciute. Gli Elfi della Notte ritenevano che i Draghi considerassero se stessi i difensori del mondo e che fosse meglio non disturbarli.


Col tempo, la curiosità spinse gli Elfi della Notte a incontrare e familiarizzare con un gran numero di potenti entità; non ultimo Cenarius, un potente semidio delle foreste primordiali. Il magnanimo essere prese a cuore i curiosi Elfi della Notte e passò molto tempo a insegnar loro i segreti del mondo naturale. I tranquilli Kaldorei svilupparono una forte empatia per le foreste viventi di Kalimdor, adattandosi all'armonioso equilibrio naturale.


Col passare delle ere, la loro civiltà si espanse territorialmente e culturalmente: templi, strade e abitazioni si stendevano per tutto il territorio del continente. Azshara, la bella e valorosa Regina, costruì un palazzo enorme e meraviglioso sulle sponde del Pozzo, nelle cui stanze incastonate di gioielli alloggiavano i suoi servitori preferiti. Questi Elfi della Notte, chiamati dalla Regina "Quel'dorei" (Nobili), esaudivano qualsiasi suo desiderio e si ritenevano superiori al resto dei propri simili. Sebbene la Regina Azshara fosse amata egualmente da tutti i suoi sudditi, i Nobili erano segretamente odiati dalle masse gelose.


Condividendo la curiosità dei sacerdoti nei confronti del Pozzo dell'Eternità, Azshara ordinò ai Nobili più istruiti di svelarne i segreti e il suo vero scopo nel mondo. Essi si seppellirono nel lavoro, studiando incessantemente. Col tempo, svilupparono l'abilità di manipolare e controllare le energie cosmiche del Pozzo. Mentre i loro incauti esperimenti proseguivano, scoprirono di poter usare i poteri appena appresi per creare o distruggere a piacimento. Gli sventurati studiosi erano incappati nella magia primigenia e avevano deciso di dedicarsi al suo apprendimento. Sebbene fossero tutti d'accordo sulla pericolosità della magia, se usata irresponsabilmente, Azshara e i suoi Nobili iniziarono a praticarla senza prendere troppe precauzioni. Cenarius e i suoi apprendisti Elfi della Notte li avvisarono che sarebbero andati incontro a una catastrofe, se avessero continuato a giocare con arti magiche talmente imprevedibili. Ciononostante, Azshara e i suoi seguaci continuarono testardamente a espandere le loro nuove abilità.


Man mano che i loro poteri crescevano, Azshara e i nobili subivano un evidente cambiamento. L'orgogliosa e riservata classe dominante divenne sempre più insensibile e crudele nei confronti degli altri Elfi della Notte. Un velo oscuro coprì la bellezza di Azshara, un tempo abbagliante, e la Regina iniziò ad allontanarsi dai suoi amati sudditi, rifiutando di interagire con chiunque non fosse uno dei suoi nobili sacerdoti.


Un giovane e sfrontato studente, Furion Stormrage, che aveva trascorso molto tempo a studiare gli effetti del Pozzo, iniziò a sospettare che il terribile potere stesse corrompendo i nobili e l'adorata Regina. Sebbene non potesse intuire il male incombente, aveva capito che presto gli Elfi della Notte sarebbero cambiati per sempre…






La Guerra degli Antichi

(10.000 anni prima di Warcraft I)




L'uso della magia privo di scrupoli da parte dei Nobili creò spirali di energia che scaturirono dal Pozzo dell'Eternità verso l'Aldilà Oscuro. Queste spirali attraversarono il Limbo Infernale e furono percepite da terribili menti aliene. Sargeras, il Gran Nemico di tutto ciò che vive e 46 Razziatore di Mondi, ne intuì la potenza e si diresse verso la loro lontana origine. Spiando il mondo primordiale di Azeroth e percependo l'illimitata energia del Pozzo dell'Eternità, fu colpito da una fame insaziabile. Il potente, oscuro dio del Vuoto Senza Nome decise di distruggere il mondo e prosciugarne le energie.


Sargeras raccolse il suo immenso esercito demoniaco, conosciuto con il nome di Legione Infuocata, e si mise in viaggio verso l'ignaro mondo di Azeroth. La Legione, formata da un milione di demoni urlanti, provenienti dagli angoli più remoti dell'Universo, era in fibrillazione all'idea della conquista. I luogotenenti di Sargeras, Archimonde the Defiler e Mannoroth the Destructor, prepararono i loro servi infernali per l'attacco.


La Regina Azshara, sopraffatta dalla terribile estasi magica, cadde vittima dell'indiscusso potere di Sargeras e gli permise l'accesso al suo mondo. Anche i Nobili si erano abbandonati all'inevitabile corruzione della magia e iniziarono ad adorare Sargeras come loro dio. Per dimostrare la propria fedeltà alla Legione, essi aiutarono la Regina ad aprire un grande portale vorticoso nelle profondità del Pozzo dell'Eternità.


Non appena tutti i preparativi furono compiuti, Sargeras diede inizio alla catastrofica invasione di Azeroth. I demoni guerrieri della Legione Infuocata irruppero nel mondo attraverso il Pozzo dell'Eternità e assediarono le città degli Elfi della Notte. Guidata da Archimonde e Mannoroth, la Legione si diresse in forza sulle terre di Kalimdor, lasciando dietro di sé solo cenere e dolore. I Warlock evocarono i temibili Infernali, che, come diaboliche meteore, si abbatterono sulle aggraziate guglie dei templi di Kalimdor. I Guardiani del Destino, una banda di assassini sanguinari, marciarono sui campi di Kalimdor, uccidendo chiunque incontrassero. Gruppi di selvaggi Felhound devastarono impuntiti le campagne. Sebbene i coraggiosi guerrieri Kaldorei fossero accorsi per difendere l'antica patria, furono costretti a retrocedere di fronte alla furia devastatrice della Legione.


Toccò al giovane studente Furion Stormrage trovare aiuto per il suo popolo oppresso. Stormrage, il cui fratello Illidan praticava la magia dei nobili, era esasperato dalla crescente corruzione della classe dominante. Dopo aver convinto Illidan a liberarsi dalla propria pericolosa ossessione, andò in cerca di Cenarius e formò un nucleo di resistenza. La giovane e bellissima sacerdotessa Tyrande acconsentì ad accompagnare i due fratelli nel nome di Elune. Sebbene sia Furion che Illidan condividessero un segreto amore per la ragazza, il cuore di Tyrande apparteneva al solo Furion. Illidan era dispiaciuto della relazione fra suo fratello e Tyrande, ma questo dolore non era nulla in confronto all'astinenza dalla magia…


Illidan, che aveva sviluppato una vera e propria dipendenza, si sforzava di mantenere il controllo su se stesso e la sua fame soverchiante. Ciononostante, grazie al paziente aiuto di Tyrande, riuscì a contenersi e aiutare suo fratello a trovare il solitario semidio Cenarius. Questi viveva fra i sacri Moonglade del lontano Monte Hyjal e acconsentì ad aiutare gli Elfi della Notte, cercando insieme a loro l'aiuto degli antichi Draghi. Anch'essi, guidati dalla grande leviatana rossa Alexstrasza, accettarono di combattere contro i demoni e i loro infernali padroni.


Cenarius, richiamando gli spiriti dell'antica foresta, radunò un esercito di antichi uomini-albero e lo condusse contro la Legione, in un coraggioso assalto terrestre. Quando gli alleati degli Elfi della Notte conversero sul tempio di Azshara e sul Pozzo dell'Eternità, il conflitto esplose definitivamente. Nonostante la potenza dei nuovi alleati, Furion capì che sarebbe stato impossibile sconfiggere la Legione con l'utilizzo della sola forza fisica.


Mentre la titanica battaglia infuriava attorno alla capitale di Azshara, l'ingenua Regina attendeva impaziente l'arrivo di Sargeras. Il Signore della Legione si preparava ad attraversare il Pozzo dell'Eternità ed entrare nel mondo martoriato. Quando la sua enorme ombra si fu avvicinata ulteriormente alla superficie tempestosa del Pozzo, Azshara radunò i più potenti fra i suoi nobili seguaci. Solo unendo i loro poteri magici in un unico incantesimo sarebbero riusciti a creare un portale abbastanza grande, che permettesse l'entrata di Sargeras.


Quando la battaglia infuriò sui campi bruciati di Kalimdor, accadde un evento terribile. I dettagli di tale evento sono persi nel tempo, ma si sa che Neltharion, il Grande Aspetto della Terra, impazzì durante un combattimento critico con la Legione Infuocata. La sua pelle cominciò a rompersi mentre ne fuoriuscivano fiamme e rabbia. Cambiando nome in Dearthwind, il drago infuocato si lanciò sui suoi stessi fratelli e dichiarò guerra agli altri stormi dei draghi.


Il tradimento di Deathwing fu così distruttivo che i cinque stormi non si ripresero mai del tutto. Feriti e sconvolto, Alexstrasza e gl ialtri nobili draghi furono costretti ad abbandonare i loro alleati mortali. Malfurion e i suoi compagni, ormai senza speranza, a malapena erano sopravvissuti al massacro.


Furion, convinto che il Pozzo dell'Eternità fosse il cordone ombelicale dei demoni con il mondo fisico, insistette che fosse distrutto. I suoi compagni, consci di parlare della fonte della loro immortalità e dei loro poteri, furono scioccati da tale affermazione. Ciononostante, Tyrande, intuendo la saggezza della teoria di Furion, convinse Cenarius e i Draghi a irrompere nel tempio di Azshara e trovare il modo di sigillare il Pozzo una volta per tutte.






La Separazione del Mondo




Sapendo che la distruzione del Pozzo gli avrebbe precluso per sempre la possibilità di usare la magia, Illidan abbandonò egoisticamente il gruppo e mise al corrente i Nobili del piano di Furion. La follia causata dall'astinenza e il risentimento per la relazione fra suo fratello e Tyrande, non gli fecero provare alcun rimorso per il tradimento. Più d'ogni altra cosa, egli era intenzionato a proteggere il Pozzo con ogni mezzo in suo possesso.


Preoccupato per l'assenza di suo fratello, Furion condusse i propri compagni all'interno del tempio di Azshara. Quando irruppero nella sala del trono, trovarono i Nobili intenti a formulare l'incantesimo oscuro definitivo, che creò un instabile vortice di potere nelle profondità del Pozzo. Allorché la malvagia Ombra di Sargeras si avvicinò ancora di più alla superficie, Malfurion e i suoi alleati decisero di sferrare l'attacco.


Azshara, avendo ricevuto l'avvertimento di Illidan, era più che preparata all'incontro. Quasi tutti i seguaci di Furion caddero, colpiti dagli implacabili poteri della folle Regina. Tyrande, nel tentativo di colpire Azshara alle spalle, fu presa alla sprovvista dalle sue guardie: sebbene riuscì a neutralizzarle, fu gravemente ferita alle mani. Nel veder cadere a terra la propria amata, Malfurion divenne preda di una follia omicida e pose fine alla vita di Azshara.


Mentre la battaglia infuriava, dentro e fuori dal tempio, Illidan apparve vicino alle sponde del Pozzo. Avendo creato diverse fiale speciali, si inginocchiò e le riempì con le lucenti acque del Pozzo. Convinto che i demoni avrebbero spazzato via la civiltà degli Elfi della Notte, pensò di rubare le sacre acque e tenere per sé la loro energia.


Lo scontro fra Furion e Azshara aveva gettato nel caos il delicato incantesimo dei Nobili: l'instabile vortice creatosi all'interno del Pozzo esplose, dando origine a una catastrofica reazione a catena, che avrebbe diviso il mondo per sempre. L'enorme deflagrazione distrusse il tempio dalle fondamenta e causò devastanti terremoti per tutta la dilaniata superficie del pianeta. Mentre l'orribile scontro fra Legione ed Elfi della Notte infuriava attorno e sopra le rovine della capitale, il fluttuante Pozzo dell'Eternità si piegò su se stesso, distruggendosi.


La catastrofica esplosione che ne derivò scosse la terra e oscurò il cielo.


Mentre le scosse, derivate dall'implosione del Pozzo, scuotevano il pianeta dalle fondamenta, i mari si innalzarono per riempire la vasta cicatrice lasciata sulla terra. Quasi l'otto per cento della superficie terrestre di Kalimdor fu spazzato via, lasciando solo un pugno di continenti attorno al nuovo, infuriato oceano: al centro delle acque, dove un tempo si trovava il Pozzo dell'Eternità, c'era una furiosa tempesta di energie caotiche. Questa terribile ferita, conosciuta come Maelstrom, non avrebbe mai cessato il suo tormentato turbinare, a costante memoria della terribile catastrofe e dell'era utopica andata ormai perduta per sempre.


In qualche modo, contro tutte le probabilità, la Regina Azshara e i suoi Nobili riuscirono a sopravvivere a tutto quello che stava accadendo. Torturati e trasformati dai poteri che avevano rilasciato, Azshara e i suoi seguaci vennero portati al di sotto del mare che infuriava per l’implosione del pozzo. Maledetti, presero nuove sembianze e divennero i serpentini Naga. Azshara stessa si espanse con rabbia e odio, diventando una massiccia mostruosità, riflettendo la malvagità e la malizia che erano sempre state nasconste dentro di lei.


Lì, in fondo al Maelstrom, i Naga costruirono una nuova città, Nazjatar, dalla quale ricostruirono il loro potere. Ci sarebbero voluti diecimila anni prima che i Naga rivelassero la loro esistenza al mondo della superficie.






Il Monte Hyjal e il Dono di Illidan




I pochi Elfi della Notte sopravvissuti alla terribile esplosione si radunarono su rozze zattere e raggiunsero lentamente l'unico continente in vista. Grazie al favore di Elune, Furion, Tyrande e Cenarius sopravvissero alla Grande Divisione. Gli esausti eroi guidarono i pochi sopravvissuti e stabilirono una nuova patria. Mentre viaggiavano in silenzio, osservarono la distruzione del mondo e capirono che erano state le loro passioni a causare tutto quel disastro. Sebbene Sargeras e la sua Legione fossero stati spazzati via dalla distruzione del Pozzo, Furion e i suoi compagni non potevano fare a meno di pensare al terribile costo della vittoria.


Era chiaro che Azshara, insieme ai Nobili che facevano parte della sua élite, fossero stati scaraventati sul fondale del mare in tempesta. Ciononostante, c'erano molti Nobili fra i sopravvissuti che riuscirono a raggiungere le sponde del nuovo continente. Sebbene Malfurion non si fidasse di questa gente, sapeva che la loro minaccia era pressoché inesistente senza le energie del Pozzo ad alimentarla.


Quando la massa esausta di Elfi della Notte approdò sulle sponde del nuovo continente, scoprì che il sacro Monte Hyjal era sopravvissuto alla catastrofe. Alla ricerca di una nuova patria, Furion e gli Elfi della Notte scalarono le sue pendici e ne raggiunsero la ventosa cima. Scendendo nel bacino boscoso, annidato fra le enormi vette del monte, trovarono un lago piccolo e tranquillo. Con orrore, scoprirono che le acque erano state inquinate dalla magia.


Illidan, sopravvissuto alla Grande Divisione, raggiunse la cima di Hyjal molto prima di Furion e degli altri Elfi della Notte. Nel suo folle tentativo di mantenere i flussi della magia nel mondo, versò nel lago il contenuto delle sue fiale (le preziose acque del Pozzo dell'Eternità). Le potenti energie si fusero immediatamente in un nuovo Pozzo dell'Eternità. Ritenendo questo nuovo Pozzo un dono per le future generazioni, l'esultante Illidan fu sbalordito dalla reazione negativa del fratello. Sebbene Malfurion gli avesse spiegato che la magia era caotica per natura e il suo uso non poteva che portare alla corruzione e al conflitto, Illidan rifiutò di rinunciare ai propri poteri magici.


Malfurion sapeva fin troppo bene dove avrebbero condotto i pericolosi piani di Illidan, quindi decise di occuparsi del suo folle fratello una volta per tutte. Con l'aiuto di Cenarius, lo rinchiuse all'interno di un'enorme sala sotterranea, incatenato e privo di poteri sino alla fine dei tempi. Per assicurarsi che il fratello rimanesse nella sua prigionia, Malfurion proclamò la guardiana Maiev Shadowsong carceriera personale di Illidan.


Preoccupati che l'eventuale distruzione del nuovo Pozzo potesse causare una catastrofe ancora maggiore, gli Elfi della Notte decisero di lasciarlo stare. Furion dichiarò che non avrebbero mai più praticato le arti magiche. Sotto lo sguardo vigile di Cenarius, iniziarono a studiare le antiche pratiche druidiche, che li avrebbero aiutati a guarire la terra e a far ricrescere le amate foreste alle pendici del Monte Hyjal.






L’Albero del Mondo e il Sogno di Smeraldo

(9.000 Anni prima di Warcraft I)




Per molti anni, gli Elfi della Notte lavorarono instancabilmente per ricostruire quanto più possibile della loro antica patria. Lasciando che gli antichi templi e le strade si ricoprissero di vegetazione, costruirono nuove abitazioni fra i lussureggianti alberi e le ombrose colline alle pendici del Monte Hyjal. Col tempo, i Draghi sopravvissuti alla Grande Divisione giunsero dalle loro dimore segrete.


Alexstrasza la Rossa, Ysera la Verde e Nozdormu il Bronzeo scesero sulle tranquille radure dei druidi e contemplarono i frutti del lavoro degli Elfi della Notte. Furion, divenuto un arcidruido potentissimo, salutò i possenti Draghi e narrò loro la creazione del nuovo Pozzo dell'Eternità. Essi furono allarmati da tali cattive notizie e risposero che, finché il Pozzo fosse esistito, la Legione avrebbe avuto la possibilità di tornare e attaccare il mondo nuovamente. Malfurion e i tre Draghi strinsero un patto per mantenere il Pozzo sotto controllo e assicurarsi che gli agenti della Legione Infuocata non trovassero mai la strada per ritornare.


Alexstrasza la Generatrice depositò una ghianda magica nel centro del Pozzo dell'Eternità; questa, attivata dalle potenti acque magiche, generò un colossale albero. Le enormi radici s'innalzarono dalle acque del Pozzo e la volta verdeggiante sembrò toccare il pavimento del cielo. L'immenso albero avrebbe rappresentato per sempre il simbolo del legame fra gli Elfi della Notte e la natura: le sue energie rigeneratrici, col tempo, si sarebbero diffuse per guarire tutta la terra. Gli Elfi della Notte chiamarono il loro Albero del Mondo "Nordrassil", che significa "Corona dei Cieli".


Nozdormu, il Senzatempo, lanciò un incantesimo sull'Albero del Mondo: finché esso fosse esistito, gli Elfi della Notte non sarebbero mai invecchiati e non si sarebbero ammalati.


Anche Ysera, la Sognatrice, lanciò un incantesimo sull'Albero del Mondo, collegandolo al proprio regno (la dimensione eterea conosciuta come Sogno di Smeraldo). Esso consisteva in un enorme mondo spirituale sempre in mutazione, posto all'esterno dei confini del mondo fisico. Dal Sogno, Ysera regolava il fluire della natura e l'evoluzione del mondo stesso. I Druidi degli Elfi della Notte, incluso lo stesso Furion, erano legati al Sogno attraverso l'Albero del Mondo. Come parte del patto mistico, essi accettarono di dormire per secoli, cosicché i loro spiriti potessero vagare per le infinite Vie del Sogno. Sebbene fossero preoccupati di perdere così tanti anni di vita, scelsero altruisticamente di mantenere il patto stretto con Ysera.






L’Esilio degli Elfi Alti

(7.300 Anni prima di Warcraft I)




Col passare dei secoli, la nuova società degli Elfi della Notte divenne forte e si estese per tutta la foresta (alla quale fu dato il nome di Ashenvale). Molte creature e specie, numerose prima della Grande Divisione, come i Furbolg e i Quilboar, riapparvero e ripopolarono la regione. Sotto la benevola guida dei Druidi, gli Elfi della Notte godettero di un'era di pace e tranquillità senza precedenti.


Ciononostante, molti fra i vecchi nobili erano sempre più irrequieti. Così come Illidan prima di loro, anch'essi caddero vittima dell'astinenza da magia. Ancora una volta, furono tentati di sfruttare le energie del Pozzo dell'Eternità per le pratiche magiche. Dath'Remar, lo schietto e sfacciato leader dei Nobili, iniziò a schernire pubblicamente i Druidi: li definiva codardi, poiché rifiutavano di usare la magia che apparteneva loro di diritto. Malfurion e i Druidi si prendevano gioco delle argomentazioni di Dath'Remar e ammonirono i Nobili che qualsiasi utilizzo della magia sarebbe stato punito con la morte. Insolentemente, Dath'Remar e i suoi seguaci sprigionarono una terribile tempesta magica su Ashenvale, nell'inutile tentativo di convincere i Druidi ad annullare la legge.


Questi ultimi, incapaci di massacrare un numero così elevato di propri simili, decisero di esiliare dalle proprie terre i Nobili ribelli. Dath'Remar e i suoi seguaci, lieti di essersi finalmente sbarazzati dei propri cugini conservatori, salirono a bordo di alcune navi speciali e salparono. Sebbene nessuno di loro potesse immaginare cosa li attendesse fra i flutti dell'agitato Maelstrom, erano felici di stabilirsi laddove avrebbero potuto praticare la magia indisturbati. I Nobili (o "Quel'dorei", come venivano chiamati in passato da Azshara), alla fine approdarono sulle coste della regione orientale della terra chiamata "Lordaeron" dagli Uomini. Qui decisero di stabilire il proprio regno magico, Quel'Thalas, rinnegando i precetti degli Elfi della Notte (adorazione della Luna e attività notturna). Da quel giorno in poi, furono conosciuti semplicemente come "Elfi Alti".






Le Sentinelle e la Lunga Veglia




Dopo la partenza dei cugini ribelli, gli Elfi della Notte tornarono a occuparsi della salvaguardia della propria patria incantata. I Druidi, sentendo approssimarsi nuovamente il periodo del letargo, salutarono i propri cari e le famiglie. Tyrande, divenuta Prima Sacerdotessa di Elune, chiese all'amato Malfurion di non abbandonarla per il Sogno di Smeraldo di Ysera. Ma il Druido (costretto dal patto d'onore a percorrere le mutevoli Vie del Sogno) salutò la sacerdotessa, dicendole che non sarebbero mai stati lontani, fin quando avessero potuto trovare sostegno nel reciproco amore.


Tyrande, lasciata da sola a proteggere Kalimdor dai pericoli del nuovo mondo, radunò un potente esercito combattente formato dalle sue consorelle Elfe. Queste intrepide e addestratissime guerriere, votate alla difesa di Kalimdor, divennero famose con il nome di Sentinelle. Sebbene preferissero pattugliare da sole le ombrose foreste di Ashenvale, potevano contare su numerosi alleati per aiutarle in caso di bisogno.


Cenarius, il semidio, restò nei pressi del Moonglade di Monte Hyjal. I suoi figli maschi, conosciuti con il nome di Custodi del Bosco, controllavano le terre degli Elfi della Notte e aiutavano le Sentinelle a mantenere la pace. Anche le timide figlie, le Driadi, apparivano in pubblico con maggiore frequenza.


Sebbene sorvegliare Ashenvale la impegnasse molto, Tyrande si sentiva sola e sperduta senza Malfurion al suo fianco. Mentre i secoli trascorrevano lenti, le sue paure di una seconda invasione demoniaca divennero sempre più fondate. Non riusciva a liberarsi della snervante sensazione che la Legione Infuocata potesse trovarsi ancora li, nell'Aldilà Oscuro, pianificando la vendetta contro gli Elfi della Notte e il mondo di Azeroth.



Username


Password




Registrati

Recupera Password